ASPERGER

18 febbraio | Giornata mondiale della Sindrome di Asperger

Il 18 febbraio è la Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger. Una ricorrenza importante che anche Angsa Umbria Onlus vuole ricordare e che è anche l’anniversario della nascita di Hans Asperger (Vienna, 18 febbraio 1906 – Vienna, 21 ottobre 1980), un medico austriaco, pediatra.

Asperger morì prima che il suo modello di comportamento fosse  riconosciuto: i suoi scritti erano infatti in lingua tedesca, dunque poco tradotti. La prima persona ad usare il termine “sindrome di Asperger”, è stato la ricercatrice britannica Lorna Wing. Dai primi anni 1990, le sue scoperte hanno iniziato a guadagnare l’attenzione del mondo scientifico, e oggi, la sindrome di Asperger è riconosciuta come una diagnosi in molti paesi del mondo.

Il dottor Asperger descrisse ciò che poi è stata definita sindrome come un insieme di problemi legati alla comunicazione verbale e non verbale, in particolare per quanto riguarda il linguaggio e le abilità nella conversazione. Ciò che cambia dunque, nei soggetti affetti da questa sindrome, è il tono, il volume, il ritmo, il controllo delle emozioni e la tendenza a razionalizzare i sentimenti.

La sindrome di Asperger – come ha avuto modo di precisare il Paolo Cornaglia Ferraris​, pediatra e direttore della collana “Io sento diverso” che dà voce al mondo “Aspie”- viene riconosciuta dopo i tre anni di età. E i bambini che ne sono affetti, pur mostrando caratteri autistici, conservano una buona intelligenza e hanno un buon linguaggio. Inoltre, sono diverse la goffaggine e la difficoltà al movimento fine delle dita della mano, segnali spesso non presenti nei bambini con autismo ad alto funzionamento”.

Quella di Asperger è una sindrome apparentemente molto più comune dell’autismo. “Se l’autismo riguarda 4 bambini su 10.000, la sindrome di Asperger può raggiungere 25 soggetti su 10.000″, precisa ancora il dottor Ferraris.

Un ritratto della sindrome di Asperger è stato ripreso dal libro “La solitudine dei numeri primi“, il primo libro di Paolo Giordano. Anche il cinema è pieno di spunti che narrano la sindrome: Adam, Oskar di “Molto incredibilmente vicino”, Ben-X, Bones, Lisbeth sono solo alcuni degli esempi che il grande schermo ha voluto rappresentare su pellicolo. E poi c’è un altro scienziato, questa volta storico: è Alan Turing, ritratto in The Imitation Game. Il suo contributo alla criptografia ha permesso di salvare milioni di vite durante la seconda guerra mondiale.

(Foto Edizioni Asperger)

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